Parti vocali

di Giovanna Bussandri
La voce è lo strumento per eccellenza. La musica stessa è nata come musica vocale, dove tutti gli elementi di un arrangiamento erano voci diverse che si incrociavano tra di loro. Per questo, in ogni arrangiamento, le parti vocali hanno un ruolo di prim'ordine e di conseguenza meritano la giusta attenzione. Oltre alla tradizione l'importanza della voce è sottolineata dalla psicoacustica che afferma che l'orecchio umano tende a percepire con più chiarezza i suoni che ricadono nello spettro di frequenze della voce umana.
Detto questo vorrei concentrarmi, in questo breve articolo, sulla creazione di cori per un brano pop.

I due aspetti fondamentali da tenere in considerazione quando vogliamo aggiungere dei cori ad un brano sono necessariamente: la melodia e gli accordi con i loro cambi. Esistono tre approcci di base per aggiungere dei cori ad un brano:

1. Armonie strette o di terza

La musica pop privilegia la costruzione di armonizzazioni vocali basate sull'intervallo di terza, ossia sulla sovrapposizione di una linea melodica ad un intervallo di una terza sopra o sotto alla melodia principale. La terza può essere maggiore o minore in base alla tonalità o agli accordi, nel caso siano presenti accordi fuori dalla tonalità.

Le armonie di sesta possono essere considerate una variazione delle armonie di terza, essendo la sesta l'intervallo inverso della terza. Infatti se prendiamo un'armonizzazione di terza e la trasponiamo un'ottava sotto otterremo una sesta sotto alla linea melodica originale.

Potete ascoltare un esempio di armonizzazione di sesta in Something Stupid, cantata da Frank e Nancy Sinatra dove la melodia della parte femminile rimane per quasi tutto il tempo ad una sesta di distanza dalla melodia principale pur utilizzando diversi tipi di movimento. (Spiegheremo più avanti cosa s'intende per movimento.) Ci sono situazioni però in cui le armonizzazioni di terza e sesta non funzionano. Così possono entrare in gioco i cori basati sui cambi di accordo o pad vocali.

2. Pad vocali

Questo tipo di approccio si basa essenzialmente sugli accordi. La nota della linea melodica armonizzante è la stessa fino al cambio di accordo successivo rimanendo sempre su una delle voci dell'accordo. In questo modo otterremo l'effetto di un pad vocale simile a quello dei violini per intenderci, solitamente, a questo scopo si utilizzano vocali come ah e uh, potete ascoltare un esempio di questo tipo di cori in "Stella Gemella" di Eros Ramazzotti. Prima del lancio del coro gospel, verso la fine, si possono ascoltare gli uh e ah tenuti lunghi sulle note degli accordi per poi sfociare in un vero e proprio coro gospel ritmico con testo in inglese.

3. Contrappunto

Si tratta del tipo di approccio più sofisticato per armonizzare un brano. Nel contrappunto si crea una contro-melodia i cui movimenti e ritmo non sono necessariamente gli stessi della melodia principale. Pur essendo il contrappunto un concetto "classico" di arrangiamento è possibile trovarne degli esempi nella musica pop.

È importante comprendere che costruire parti corali per un brano pop è diverso dal creare dei cori per un gruppo a cappella. In un coro vero e proprio la musica è costruita grazie alle voci che si sostituiscono agli strumenti creando la struttura armonica.

Ad ogni modo, senza addentrarci in uno studio del contrappunto barocco, possiamo prendere in prestito l'idea di base del contrappunto per portare i nostri cori ad un livello successivo:

A. Semplificare il ritmo

Quando abbiamo una melodia sincopata o che si muove velocemente, possiamo ad esempio creare una parte corale semplificando o decelerando il ritmo e cantando "contro" la melodia principale. Potrebbe essere necessario in quel caso ridurre il numero delle sillabe cantate dal coro per far funzionare bene tutte le parti insieme, una sorta di "riassunto", fatto dal coro, di ciò che la melodia principale ci sta spiegando in modo più dettagliato.

B. Complicare il ritmo

Se al contrario abbiamo una melodia abbastanza lenta o dilatata, possiamo creare un ritmo più veloce per le parti delle armonie, aggiungendo più parole dove necessario.

C. Pad vocali avanzati

Si possono creare pad vocali più complessi. Pensiamo ai quartetti doo-wop degli anni '40 e '50 o ai brani dei Queen. Il pad vocale più semplice si ottiene con due o tre parti corali, tenendo note lunghe sulle vocali ah e uh in base agli accordi. Ma questi pad possono essere combinati e si possono alternare note lunghe a note brevi e veloci per esempio. Il doo-wop consiste nel rinforzare il canto solista con armonie vocali sincopate e cori utilizzati come imitazione degli strumenti di accompagnamento, in particolare i fiati.

Come abbiamo già visto gli intervalli più comunemente usati sono quelli di terza e di sesta ma non sono gli unici. Generalmente terze e seste consecutive o parallele sono ben accette ma quarte e quinte parallele sono da evitare completamente.

Evitare quarte quinte e ottave parallele

Questo tipo di armonizzazione può uccidere un brano. Una quinta parallela è una situazione in cui la melodia e l'armonia, ad una quinta di distanza, si muovono verso un altro intervallo di quinta in parallelo, ossia muovendosi nella stessa direzione. L'effetto è quello tipico dei Canti Gregoriani che risulta debole e non adatto alla musica contemporanea (anche se alcuni stili come il Grunge e nu-metal fanno largo uso di questo tipo di armonizzazioni). Stesso discorso vale per le quarte che essendo l'inverso delle quinte vanno altrettanto evitate salvo casi specifici.

Inoltre, se ci si basa su intervalli di V e IV, si può incappare in un intervallo dissonante: il tritono ( quinta diminuita o quarta aumentata). Ogni volta che si incontra un tritono tra la melodia e l'armonizzazione o tra due armonizzazioni occorrerà sostituirlo con una terza o una sesta, a meno che non si stia ricercando questo effetto particolare o dissonante.

L'ottava parallela invece è considerata come un movimento debole e poco incisivo ma non sto parlando dei casi in cui la melodia viene raddoppiata un'ottava sopra o sotto (tecnica di arrangiamento molto comune ed efficace nella musica pop e rock vedi "Stop Dimentica" di Tiziano Ferro e "Il mio giorno più bello del mondo" di Francesco Renga), ciò a cui mi riferisco sono proprio le parti destinate ad essere armonizzate che risulterebbero deboli e senza carattere. Le armonie devono aggiungere qualcosa di interessante alla melodia principale sostenendola senza appesantirla.

Sia che pensiamo alla tonalità, agli accordi o agli intervalli di un brano, dobbiamo tenere presente l'identità melodica delle nostre armonizzazioni e a come esse interagiscono con la melodia principale in base ai loro movimenti. Esistono tre tipi di movimento:

Movimento parallelo: avviene quando tutte le parti (sia la melodia che i cori) si muovono nella stessa direzione, su o giù, nella stessa configurazione di rivolti.

Movimento contrario: quando tutte le parti si muovono in direzioni diverse. Ad esempio quando la linea melodica sopra alla melodia principale si muove verso il basso mentre quella principale si sposta verso l'alto.

Movimento obliquo: quando alcune parti sono "stazionarie" mentre le altre parti si muovono. Un uso comune del movimento obliquo è quello di tenere una nota al basso mentre le altre voci si muovono.

Non è necessario rimanere su un unico movimento per tutta la canzone. Ad esempio in una sezione della canzone si può utilizzare un semplice movimento parallelo mentre in un'altra si possono aggiungere linee armoniche con movimenti obliqui o contrari per renderle più interessanti. Pensiamo ad un brano come "More than words" degli Extreme. È un esempio di armonizzazione più complessa dove la parte cantata da Nuno Bettencourt non rispetta una sequenza di intervalli definita ma, seguendo gli accordi, si muove alternando diversi tipi di movimento (parallelo e contrario) rispetto alla melodia principale cantata da Gary Cherone e con intervalli di quarta, quinta, terza e sesta. Una vera e propria contro-melodia.

Uno degli utilizzi più comuni del movimento contrario quando si scrivono armonie vocali consiste nella transizione tra armonie strette di terza e di sesta e viceversa. Ma occorre far attenzione a non fare allontanare troppo le voci. Infatti bisogna evitare di distanziare le due parti vocali per più di un'ottava. Nel caso di armonizzazione a tre voci il discorso cambia.

Facciamo un esempio:

Facciamo conto di avere una canzone in tonalità di Sol maggiore ed il primo accordo è Sol mentre la prima nota della canzone è Re. Vogliamo armonizzare una terza sopra la melodia. Quindi la prima nota del coro sarà F#. Questo però ci porterà a creare l'accordo di Sol Maj7. Niente di sbagliato ma gli accordi di settima maggiore hanno un carattere distintivo perfetto per il jazz, il soul, il blues ma non sempre possono essere appropriati per un brano pop soprattutto all'inizio della canzone, come primo accordo. Allora la cosa più semplice da fare per cominciare può essere quella di armonizzare con la sesta, Si, usando seste parallele. Questa può essere una buona soluzione se la melodia si muove verso l'alto perchè a quel punto possiamo usare un movimento parallelo e tornare facilmente alla terza. Se la melodia invece si muove verso il basso, sarà necessario fare un salto per evitare di allontanare troppo le due parti vocali.

Aggiungere cori che funzionino bene per un brano è il frutto di continue scelte che possono dare ad un brano diverse direzioni; per questo è indispensabile avere una conoscenza minima dell'armonia e della teoria musicale per poter realizzare cori e armonizzazioni efficaci!

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